Sei arrivato all’ultima curva. Scrivere le conclusioni della tesi di laurea è come tirare le somme di un lungo viaggio: chiudere il cerchio della tua ricerca, dare una risposta definitiva alla domanda da cui sei partito e, soprattutto, dimostrare il valore di tutto il tuo lavoro.

Non pensare che sia solo un riassunto. Questo capitolo è il tuo ultimo “discorso” prima della discussione, il momento in cui lasci l’impressione finale.

📋 IN BREVE
In questo articolo scoprirai:
• Come strutturare le conclusioni in tre fasi per massimizzare l’impatto
• Le tecniche per trasformare risultati e limiti in un valore aggiunto
• Gli errori da evitare per mantenere rigore e coerenza accademica
• Un piano d’azione concreto per preparare la discussione di laurea
⏱️ Tempo di lettura: 12 minuti
Alla fine avrai tutto quello che serve per scrivere conclusioni efficaci e prepararti alla discussione di laurea.

L’ultima impressione è quella che conta

Dopo mesi passati tra libri, articoli, dati e notti insonni, è normale sentirsi esausti e avere la tentazione di liquidare le conclusioni con un riassunto sbrigativo. Attenzione, però: è un errore che può costare caro.

Le conclusioni non sono un semplice riepilogo. Sono lo spazio in cui dimostri di aver raggiunto una piena maturità critica, tirando le fila del tuo ragionamento e mettendo in luce il contributo unico del tuo elaborato.

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Strutturare le conclusioni: un percorso in 3 fasi

Scrivere le conclusioni di una tesi di laurea non è un semplice riassunto. È l’atto finale, il momento in cui dimostri di avere il pieno controllo del tuo lavoro, chiudendo il cerchio in modo strategico e lasciando una traccia duratura nella mente della commissione.

Molti studenti vedono questo capitolo come una formalità, un compito da sbrigare in fretta. Errore grave. Le conclusioni sono il tuo palcoscenico finale. Immaginale come un imbuto rovesciato: parti dal cuore dei tuoi risultati specifici e poi allarghi la prospettiva, mostrando il significato più ampio del tuo contributo e cosa potrebbe venire dopo.

Fase 1: Tirare le somme e rispondere alla domanda iniziale

Per prima cosa, devi tornare al punto di partenza. Qual era la domanda di ricerca o l’ipotesi che hai posto nell’introduzione? Qui devi dare una risposta chiara, diretta, senza giri di parole. Non si tratta di fare un elenco puntato di tutto quello che hai scoperto, ma di collegare i puntini e dimostrare che il tuo viaggio ha avuto una meta precisa.

Facciamo un esempio concreto. Se la tua tesi in Sociologia, magari discussa all’Università di Trento, indagava l’impatto dei social sui giovani, nelle conclusioni dovresti affermare qualcosa come: “L’analisi ha confermato che un utilizzo di Instagram superiore alle tre ore giornaliere è direttamente correlato a un peggioramento percepito della qualità delle interazioni sociali faccia a faccia”. È una frase secca, che va dritta al cuore della tua scoperta.

Per rendere questa parte davvero incisiva:

  • Richiama l’obiettivo principale della tesi, ma riformulandolo con parole nuove.
  • Metti in luce i 2-3 risultati più importanti che sono emersi. Non tutto è fondamentale, scegli i pezzi da novanta.
  • Spiega cosa significano queste scoperte alla luce della teoria che hai usato come riferimento.

Fase 2: L’onestà intellettuale di ammettere i limiti

Nessuna ricerca è perfetta, neanche quella che vincerà il Nobel. Riconoscere i limiti del tuo studio non ti fa apparire debole, al contrario: è un’enorme dimostrazione di maturità accademica e onestà intellettuale. I professori in commissione amano questa parte, perché dimostra che hai un approccio critico e consapevole.

Ammettere i limiti di uno studio non lo indebolisce, ma ne rafforza la credibilità. Dimostra che conosci i confini del tuo lavoro e sai esattamente dove si colloca nel più ampio dibattito scientifico.

Magari il tuo campione era troppo piccolo, oppure la metodologia che hai scelto ha dei punti deboli noti. Ad esempio, in una tesi di marketing per l’Università di Bologna, potresti scrivere: “Un limite evidente di questa ricerca è il campione, composto esclusivamente da studenti universitari bolognesi. Questo non ci consente di generalizzare i risultati all’intera popolazione giovanile italiana”. Semplice, onesto, inattaccabile.

Fase 3: Aprire le porte al futuro e alle nuove ricerche

Ecco l’ultimo tassello, quello che guarda avanti. Dopo aver parlato dei limiti, è naturale suggerire cosa si potrebbe fare per superarli. Non è una “lista dei desideri” campata in aria, ma una serie di spunti concreti che nascono direttamente dalle lacune o dalle intuizioni del tuo lavoro.

Riprendendo l’esempio di prima, una proposta logica potrebbe essere: “Studi futuri potrebbero espandere l’analisi a un campione nazionale, includendo anche giovani lavoratori, per verificare se le tendenze di consumo osservate si confermano in contesti demografici e sociali diversi”. Questo fa capire che non solo hai concluso un percorso, ma sai già quale potrebbe essere il prossimo passo per la ricerca nel tuo campo.

Per darti un quadro ancora più chiaro, ecco una tabella che riassume gli elementi chiave da includere nelle tue conclusioni.

Elementi Essenziali delle Conclusioni

Questa tabella riassume le tre sezioni fondamentali che abbiamo appena visto, il loro scopo specifico e cosa dovresti concretamente scrivere.

Componente Obiettivo Principale Cosa Includere (Esempi)
Sintesi dei risultati Rispondere alla domanda di ricerca iniziale e riaffermare il contributo principale “La ricerca ha confermato l’ipotesi…”, “Il risultato più significativo è stato…”
Discussione dei limiti Mostrare consapevolezza critica e onestà intellettuale, rafforzando la validità “Un limite metodologico è rappresentato da…”, “La dimensione del campione non permette generalizzazioni…”
Prospettive future Indicare nuove direzioni di ricerca che nascono dal proprio lavoro, dimostrando visione “Sarebbe interessante indagare se…”, “Una futura ricerca potrebbe applicare lo stesso modello a…”

Recap Strutturare le conclusioni
• Rispondere chiaramente alla domanda iniziale
• Riconoscere i limiti con onestà intellettuale
• Proporre prospettive future concrete

Argomentare i risultati senza ripetere la tesi

L’errore numero uno, quello in cui cadono quasi tutti, è trasformare le conclusioni in un riassuntino. Certo, dopo aver scritto decine e decine di pagine, la tentazione di fare un elenco di quello che hai già detto è forte. Ma è proprio qui che devi resistere. Questo capitolo finale non serve a ripetere, ma a dare un senso a tutto il lavoro fatto.

La vera sfida è smettere di descrivere i dati e iniziare a raccontare una storia. Devi rispondere alla domanda chiave che ogni relatore ha in mente: “E quindi? Cosa significa tutto questo?”. La commissione non vuole rileggere i risultati che ha già visto nei capitoli precedenti, vuole capire il loro valore, il tuo contributo.

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Dal dato grezzo al significato profondo

Facciamo un esempio concreto. Immagina una tesi di Ingegneria Informatica per il Politecnico di Milano su un nuovo algoritmo di machine learning.

  • L’approccio da evitare: “Nel Capitolo 3 si è visto che l’algoritmo X ha un’accuratezza del 92%, mentre l’algoritmo Y si ferma all’88%”.
  • L’approccio che funziona: “L’analisi comparativa ha messo in luce un dato interessante: sebbene l’algoritmo X presenti un’accuratezza superiore del 4%, il suo vero punto di forza sta nella ridotta complessità computazionale. Questo risultato apre a scenari applicativi concreti in contesti a risorse limitate, come dispositivi a basso consumo energetico”.

L’obiettivo delle conclusioni non è dire cosa hai trovato, ma spiegare perché quella scoperta è importante. È il momento di trasformare le tue osservazioni in prove solide che sostengano l’idea centrale della tua tesi.

Come evidenziare il contributo originale

Per far capire subito il valore del tuo lavoro, devi essere esplicito. Non dare mai per scontato che la commissione afferri da sola la novità di ciò che hai fatto. Devi guidarla tu.

  • Confermi una teoria esistente? “I dati raccolti confermano l’ipotesi di Rossi (2019), offrendo una prima validazione empirica in un contesto italiano finora poco esplorato.”
  • Metti in discussione un’idea consolidata? “Contrariamente a Bianchi (2020), la nostra analisi suggerisce che il fattore X non è così determinante, aprendo la strada a una revisione del modello teorico prevalente.”
  • Hai colmato un vuoto? “Questa ricerca offre i primi dati quantitativi sull’impatto del fattore Y nel settore Z, rispondendo a una lacuna segnalata in letteratura.”

Se ti servono tecniche di parafrasi per riformulare i concetti chiave, dai un’occhiata a come fare una parafrasi efficace.

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Recap Argomentare i risultati
• Trasforma i dati in narrazione interpretativa
• Spiega l’importanza dei risultati alla luce della teoria
• Evidenzia sempre il contributo originale

Mostrare maturità: ammettere i limiti e tracciare le prospettive future

Arrivati a questo punto, potreste pensare che parlare dei limiti del vostro lavoro sia controproducente. In realtà, è esattamente il contrario. Ammettere i confini della propria ricerca è una potentissima dimostrazione di onestà intellettuale e rigore scientifico. Vi assicuro che la commissione lo apprezza.

Come trasformare una critica in un punto di forza

Discutere i limiti non serve a sminuire la tesi, ma a valorizzarla. Ogni limite individuato è il punto di partenza per una nuova ricerca, segno di visione oltre il compito assegnato.

Immaginiamo una tesi di marketing per l’Università Bocconi:

  • Limite: “Il campione di 50 intervistati, tutti residenti a Milano, non permette generalizzazioni nazionali.”
  • Proposta futura: “Estendere l’analisi a Roma e Napoli per verificare se le tendenze emerse si confermano su scala più ampia.”

Un’analisi su oltre 1.000 tesi discusse in atenei come la LUISS e l’Università di Padova ha rivelato che l’85% delle conclusioni include prospettive future, a dimostrazione della loro importanza. Approfondisci.

Formulare prospettive concrete e pertinenti

Le prospettive future devono essere realistiche e direttamente collegate ai risultati:

  • Sviluppi metodologici: integrare l’analisi qualitativa con un sondaggio quantitativo su larga scala
  • Implicazioni applicative: sviluppare un’app basata sui modelli di consumo identificati
  • Sviluppi teorici: testare il framework in un settore diverso, come i servizi finanziari

Per affinare il tuo stile, consulta la guida su come fare una parafrasi efficace.

Recap Mostrare maturità
• Ammettere i limiti rafforza la credibilità
• Trasforma i limiti in opportunità di ricerca
• Proponi prospettive future realistiche

Gli errori da evitare per non rovinare le conclusioni

Anche la ricerca più brillante può crollare se il capitolo finale è scritto male. Conoscere le trappole ti aiuta a evitarle.

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Introdurre argomenti nuovi

Le conclusioni chiudono il cerchio, non ne aprono di nuovi.

  • Da non fare: “Bisogna considerare la teoria di Smith (2023)…”
  • Corretto: “Studi futuri potrebbero confrontare i risultati con la teoria di Smith (2023)…”

Tono troppo personale

Mantieni un registro formale e oggettivo. Le emozioni personali vanno nei ringraziamenti, non qui.

Il 78% dei neolaureati italiani considera la stesura delle conclusioni la fase più complessa. Ricerca SIS.

Essere vaghi o sminuire il lavoro

Evita frasi come “forse” o “piccolo contributo”.

  • Da evitare: “La ricerca ha forse evidenziato…”
  • Efficace: “La ricerca ha evidenziato una correlazione significativa tra A e B…”

Recap Errori da evitare
• Non introdurre nuovi argomenti
• Mantenere un tono formale e oggettivo
• Rivendicare sempre il valore del tuo lavoro

Dalle conclusioni alla discussione di laurea

Un capitolo finale solido non solo alza il voto della tesi, ma ti prepara alla discussione. Usa le conclusioni come traccia per il tuo discorso di 5-10 minuti:

  • Apri con la risposta alla domanda di ricerca
  • Evidenzia i 2-3 risultati chiave
  • Mostra limiti e prospettive future

Dubbi e risposte veloci sulla conclusione della tesi

Quanto devono essere lunghe le conclusioni?

Circa il 5-10% dell’elaborato. L’importante è densità ed efficacia, non numero di pagine.

Posso mettere grafici o tabelle nelle conclusioni?

Meglio no: qui si interpreta, non si presentano nuovi dati.

Che tempo verbale devo usare?

  • Passato prossimo per i risultati (“la ricerca ha evidenziato…”)
  • Presente indicativo per interpretazioni e prospettive (“questi dati indicano che…”)

I ringraziamenti vanno messi qui?

No. I ringraziamenti hanno una sezione a parte, subito dopo il frontespizio.


📚 Risorse Correlate

✅ Checklist

  • Collegare i risultati alla domanda iniziale
  • Esplicitare i limiti in modo onesto
  • Suggerire prospettive future realistiche
  • Utilizzare le conclusioni come base per la discussione

📋 In breve

  • Struttura in tre fasi: risultati, limiti, prospettive
  • Argomenta i risultati senza ripetere i dati
  • Mostra maturità ammettendo limiti e proponendo futuri sviluppi
  • Evita errori formali e mantieni rigore accademico

Prossimi passi:

  1. Rileggi le conclusioni ad alta voce
  2. Applica le modifiche consigliate
  3. Prova il controllo antiplagio sulla tesi prima della consegna
  4. Prepara il discorso di laurea basandoti sulle conclusioni

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